1.2.4 Identificare i principi comuni per la protezione, conservazione e controllo dei dati e della riservatezza, quali: trasparenza, scopi legittimi, proporzionalità delle misure in rapporto ai danni.
La facilità di accesso e la manipolazione delle informazioni resa possibile dall’ICT ha portato a legiferare sulla Tutela del Trattamento dei Dati Personali cercando di mediare tra due esigenze contrastanti:
- la Tutela della Riservatezza: cioè il controllo dell’interessato sull’utilizzo delle informazioni che lo riguardano da parte di terzi;
- la necessità di rendere sempre disponibili i dati per ragioni di legalità e trasparenza: ovvero l’inammissibilità dell’anonimato per questioni di sicurezza.
La direttiva 95/46/CE e la legge italiana 675/1996, hanno stabilito il quadro di riferimento normativo iniziale poi sfociato nel D.L. 196/2003 comunemente conosciuto come “Codice della Privacy”.
Nonostante la complessità della materia, tutte queste leggi e regolamenti si ispirano ad alcuni principi di base, la tabella qui di seguito dettaglia i contenuti di ciascun principio liberamente sintetizzato dal codice della Privacy italiano.
Trasparenza | L’attività di raccolta dati deve essere manifesta e dichiarata:
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Legittimità | La raccolta ed il trattamento possono essere consentiti solo se:
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Proporzionalità | I dati personali raccolti devono essere adeguati, pertinenti e non eccedenti le finalità per cui sono raccolti:
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Per essere sicure, le informazioni devono:
- avere un alto grado di confidenzialità o riservatezza, cioè non devono essere diffuse a chi non è autorizzato;
- devono essere integre, cioè complete e senza modifiche rispetto all’originale;
- infine devono essere disponibili al momento del bisogno: non avrebbe alcuna utilità curare la sicurezza dei dati e delle informazioni se poi, quando servono, per qualche motivo non si riesce a recuperarle nei tempi necessari.